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E' stata una emozione unica!
Accompagnare la croce prima, portarla poi fino in piazza del Comune per seguirla nuovamente all'interno della Cattedrale, ha suscitato in me, come credo in tutti noi, specialmente in chi di quella Croce ha ancora un ricordo vivo, mille sensazioni. Respirare la cristianità di cui la croce è portatrice, ascoltare l'eco di culture lontane e vicine a noi che quella croce hanno portato, accompagnato, pregato, è sentire Cristo vivo in mezzo a noi che, ancora una volta, con forza e con amore ci dice, a noi giovani tutti della Diocesi di Arezzo - Cortona - Sansepolcro, di non avere paura di seguirlo, di non avere paura di diventare i nuovi santi del 2000.

E noi ieri sera non avevamo paura di seguirlo, di seguire la sua Croce, la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù che il Papa ha voluto, proprio per noi giovani, perché crescessimo nella convinzione che non siamo soli, che Dio è con noi che la Chiesa non è una struttura gerarchica dispensatrice di poteri, ma una casa, la nostra casa a cui noi, come bravi figli dobbiamo contribuire per farla crescere e formare.
Non avevano paura i più piccoli, non avevano paura i giovani, ne si vergognavano gli adulti. Nessuno si vergognava di quello che la gente poteva pensare di noi.
E ieri sera, in S. Francesco, nel vedere una chiesa così piena di giovani, mi sono tornate alla mente le immagini ancora vive nel mio cuore, viste da un altro palco, quello di un palazzetto di Parigi, uno di quelli in cui, noi giovani italiani, ci ritrovavamo per partecipare alle catechesi e alla santa messa durante la Giornata Mondiale della Gioventù, in cui migliaia e migliaia di giovani, con le mani levate al cielo esprimevano cantando la loro gioia di avere incontrato Gesù Cristo.

Chi come me, ha vissuto le Giornate mondiali della Gioventù, non può non sentire nel suo cuore una profonda nostalgia per l'entusiasmo di quella chiesa giovane che incurante dei pensieri della gente professava nelle chiese, nelle strade, nelle stazioni, nelle metropolitane, nei locali la propria fede. Una fede fatta di gioia, di una gioia profonda che esce dal cuore e che ti dilania a tal punto da doverla per forza farla uscire da dentro di te per farne partecipi tutti quelli che ti stanno intorno. Una gioia non fatta di sensazioni presenti, di attimi particolari, non data dal divertimento dello stare insieme, ma dalla certezza piena che Gesù è li accanto a te, vivo e presente. E questa certezza era viva ieri sera in mezzo a noi giovani. Una signora durante il cammino mi diceva, non riuscendo più a trattenersi dalla gioia: "quanto è bello vedere tanti giovani dietro a Cristo, nelle chiese si vedono sempre solo vecchi e vedere tanti giovani così mi riempie di gioia. ma dove eravate?". Già dove eravamo? A volte l'entusiasmo si spenge e ci nascondiamo, ci rifugiamo fra di noi e lentamente spengiamo quella fiamma che si è accesa in noi. Accogliamo l'invito del Papa in occasione di questa giornata di non aver paura di diventare i santi del nuovo millennio e facciamoci vedere più spesso perché al di la di quello che vogliono farci credere il mondo ha bisogno di vedere giovani che credono in Dio e spendono la loro vita per lui.

                                                                                    Livio - Arezzo